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La Storia del Giardino

La Storia del Giardino

“Il giardino come legame tra uomo, natura, divinità, arte, sogno ha racchiuso, nel corso dei secoli, all’interno del suo recinto, l’antico sogno del paradiso, il desiderio del luogo felice, l’esaltazione della mente umana, la celebrazione del potere, equilibrio tra intelletto ed ambiente.”

I giardini più antichi di cui si hanno notizie sono quelli pensili di Babilonia. Si trattava di terrazze sovrapposte l’una sull’altra, ricoperte con uno strato di terra ed erano percorse da canali che servivano per l’irrigazione. Su queste terrazze venivano poste alberature, allevate in tini che a loro volta ombreggiavano le piante più piccole sottostanti.

In seguito si ha notizia del giardino greco, orto ricco di frutti odorosi e saporiti. L’orto in quell’epoca, non veniva coltivato a solo scopo alimentare, ma aveva anche una funzione ornamentale. Nel mondo greco il giardino privato urbano è essenzialmente legato alla vita famigliare per cui utilitaristico.

Il giardino romano aveva la caratteristica di essere chiuso all’interno delle mura di casa, abbellito da pergolati ricoperti di vite e rose o fiori da taglio destinati agli altari degli Dei o alle tombe dei defunti veniva quindi definito “hortus conclusus”.

Con le prime Crociate l’ occidente viene a contatto con il mondo arabo. Nella cultura musulmana il giardino viene concepito come paradiso di delizie.

Nel Medioevo la forma dei giardini era quadrata o rettangolare, divisa da viali con al centro un pozzo (fonte di vita) coperto da un padiglione o da un pergola. Da entrambi i lati sono posizionati: il “verziere” con piante odorifere o medicinali, il “pomario” con alberi da frutto piantati a schemi regolari e divisi per qualità, al centro l’erbario” con legumi ed erbe varie e zone con fiori da recidere.

Nel XVII secolo nasce il giardino all’italiana che rappresenta la naturale prosecuzione del palazzo nello spazio circostante. In sostanza costituisce la costruzione di un paesaggio artificiale, in cui le siepi rigidamente geometriche sostituiscono i muri e gli alberi, opportunamente sagomati, le colonne.

Il fogliame era formato da essenze sempreverdi potate in forme diverse e geometriche. I filari degli alberi erano disposti in linea ad uguale distanza tra loro. I dislivelli del terreno vengono modellati in terrazze dove vengono aggiunte numerose parti di arredo come statue, sedili marmorei, grotte e giochi d’acqua.

Il romanticismo predilesse, invece, il giardino all’inglese, costruito nel culto della natura selvaggia e spontanea, frutto di una tendenza nata nel 1600 quando in Inghilterra si incominciò a preferire al giardino regolare quello più vicino al paesaggio naturale. Il giardino inglese paesistico o pittorico non ammette le simmetrie, tutto deve apparire spontaneo e piacevole, l’artista deve comporre tra loro i vari aspetti della natura in modo da formarne un quadro vivente che vada oltre al suo aspetto puramente formale, ma sia invece volto a provocare emozioni e sensazioni.

Nel ventesimo secolo il giardino diventa ornamento della casa, continuando a mantenere le sue caratteristiche estetiche, legate sia a una rigida prospettiva che ad una maggiore linearità, ma acquisisce una maggiore praticità di utilizzo e godimento.

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